I giardini di Palazzo Barberini sono una vera oasi verde nel cuore di Roma. Un luogo perfetto per una pausa dalla frenesia cittadina, immersi tra fontane barocche, sculture antiche e piante rare.
Se stai programmando una visita a Palazzo Barberini, non limitarti alla Galleria Nazionale d’Arte Antica: i giardini meritano assolutamente una tappa! Qui, tra viali alberati, angoli nascosti e panorami suggestivi, potrai scoprire un pezzo di storia e lasciarti incantare dalla bellezza senza tempo di questo spazio unico.
In questa guida troverai informazioni utili, curiosità e consigli pratici per esplorare al meglio i giardini. Scoprirai la loro affascinante storia, le principali attrazioni artistiche e botaniche, e tutto quello che serve per organizzare al meglio la tua visita.
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Storia dei giardini di Palazzo Barberini

ID 241252775 | Bernini © emcamposphoto2 | Dreamstime.com
I giardini di Palazzo Barberini nascono nel XVII secolo, in piena epoca barocca, quando la potente famiglia Barberini decise di trasformare la propria residenza in uno dei simboli di Roma.
Tutto iniziò nel 1625, quando il cardinale Francesco Barberini, nipote di Papa Urbano VIII, acquistò il terreno dove oggi sorge il palazzo. Affidò il progetto all’architetto Carlo Maderno, che concepì i giardini secondo lo stile dell’epoca: un grande giardino all’italiana, con terrazze panoramiche, siepi geometriche e giochi d’acqua.
Nel corso degli anni, l’area verde venne arricchita da importanti interventi. Francesco Borromini, uno degli architetti più geniali del Barocco, ampliò i giardini tra il 1635 e il 1646, aggiungendo fontane scenografiche e una grotta artificiale decorata con conchiglie e pietre. Quest’ultima era il rifugio preferito del cardinale Barberini, che amava trascorrervi momenti di relax.
Ma i giardini non erano solo bellezza e contemplazione. Nel Seicento, tra le aiuole e i viali alberati, venivano allevati animali esotici come struzzi, cammelli e cervi. Un vero e proprio spettacolo per gli ospiti della famiglia Barberini!
Nel tempo, i giardini subirono diversi cambiamenti. Nel XVIII secolo, seguendo il gusto romantico dell’epoca, vennero introdotti alberi d’alto fusto, statue e una stele egizia. Nel XIX secolo, invece, fu costruita una serra in ferro e vetro, che ancora oggi si può ammirare.
A partire dal 1875, una parte dei giardini venne purtroppo sacrificata per far spazio ai nuovi edifici lungo via XX Settembre. Nel XX secolo, furono avviati interventi di restauro, tra cui la creazione di un giardino all’inglese progettato dall’architetto Raffaele De Vico.
Oggi i giardini di Palazzo Barberini rappresentano uno dei parchi storici più suggestivi di Roma. Passeggiando tra le sue fontane, statue e alberi secolari, si respira ancora il fascino della grandezza barocca.
Caratteristiche principali
I giardini di Palazzo Barberini sono un vero gioiello nascosto nel cuore di Roma. Si estendono per circa 2 ettari, offrendo un mix perfetto tra arte, natura e storia. Ogni angolo è ricco di dettagli da scoprire, tra fontane barocche, sculture antiche e piante secolari.
Giardino all’italiana
In origine, i giardini erano stati progettati secondo lo stile del giardino all’italiana, con viali geometrici, siepi di bosso perfettamente potate e un design pensato per valorizzare la simmetria. Nel corso dei secoli, però, furono aggiunti elementi più naturali, ispirati ai giardini romantici ottocenteschi, con alberi d’alto fusto e angoli più selvaggi e ombreggiati.
Uno degli spazi più affascinanti è il cosiddetto giardino segreto, un’area più riservata e intima, creata per garantire momenti di tranquillità lontano dagli occhi indiscreti.
Fontane e sculture
I giardini ospitano alcune opere d’arte straordinarie, realizzate dai più grandi artisti del Barocco romano. Tra queste, spiccano:
- La Fontana del Tritone, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, che con il suo dinamismo scenografico domina la piazza antistante il palazzo
- La Fontana del Nettuno, decorata con dettagli marini che richiamano il mito antico
- La Fontana delle Api, creata da Francesco Baratta, con richiami alla simbologia della famiglia Barberini (se sei curioso di sapere il legame della famiglia con le api, non perderti l’articolo di approfondimento che abbiamo scritto a riguardo!)
Oltre alle fontane, il giardino è popolato da sculture di grande valore storico, tra cui la celebre statua del gladiatore Borghese e quella di Ercole e Anteo, scolpita da Antonio del Pollaiolo.
Alberi secolari e piante rare
La vegetazione dei giardini di Palazzo Barberini è altrettanto affascinante. Qui si trovano piante secolari, come il ginkgo biloba, la magnolia di Soulangeana e il cedro del Libano, oltre a specie esotiche provenienti da tutto il mondo. Passeggiando tra i viali, è impossibile non notare la maestosità dei lecci, cipressi e pini marittimi, che creano un’atmosfera unica.
Tra le curiosità botaniche, spicca la storica quercia di Santa Maria degli Angeli, un albero secolare che ha resistito al passare del tempo e continua a dominare il paesaggio del giardino.

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Flora e fauna
I giardini di Palazzo Barberini non sono solo un luogo di bellezza e arte, ma anche un angolo di natura nel cuore di Roma. Qui convivono piante secolari, specie esotiche e un tempo persino animali rari, rendendo questo spazio un vero paradiso per gli amanti del verde.
Piante secolari e rarità botaniche
Passeggiando nei giardini, ti troverai immerso in un patrimonio botanico straordinario. Tra gli alberi più imponenti spiccano:
- Il ginkgo biloba, una delle specie più antiche del pianeta, con foglie a ventaglio che in autunno si tingono di giallo dorato.
- Il cedro del Libano, con la sua maestosa chioma a ombrello.
- La magnolia di Soulangeana, famosa per i suoi fiori rosa e bianchi che sbocciano in primavera.
- La quercia di Santa Maria degli Angeli, uno degli alberi più antichi del giardino, testimone silenzioso della storia del palazzo.
Oltre agli alberi, il giardino ospita siepi di bosso perfettamente curate, piante aromatiche e essenze floreali esotiche importate nei secoli dai vari proprietari del palazzo.
Animali esotici
Nel Seicento, i giardini di Palazzo Barberini erano molto più di un semplice spazio verde: erano un vero e proprio zoo privato. Il cardinale Francesco Barberini, appassionato di scienze naturali, volle popolare il giardino con animali esotici, che all’epoca erano una rarità assoluta in Europa.
Qui potevi trovare struzzi, cammelli, cervi e persino uccelli rari, portati da mercanti e ambasciatori come dono alla famiglia Barberini. Questo rendeva il giardino non solo un luogo di svago, ma anche un’attrazione spettacolare per gli ospiti della famiglia.
Oggi gli unici “abitanti” del giardino sono gli uccelli che nidificano tra gli alberi e qualche scoiattolo che si aggira indisturbato tra i viali alberati.
Opere d’arte e architetture
I giardini di Palazzo Barberini non sono solo un angolo di verde nel cuore di Roma, ma un vero e proprio museo a cielo aperto. Qui, tra fontane monumentali, statue antiche e strutture architettoniche affascinanti, arte e natura si fondono in un’armonia perfetta.
Fontane barocche
Le fontane sono tra gli elementi più scenografici dei giardini. Realizzate dai più grandi artisti del Barocco romano, erano un simbolo del prestigio della famiglia Barberini. Le più famose sono:
Fontana del Tritone (Bernini)
Tra le meraviglie dei giardini di Palazzo Barberini, spicca senza dubbio la Fontana del Tritone, una delle più celebri di Roma. Situata al centro di Piazza Barberini, questa straordinaria opera fu realizzata tra il 1642 e il 1643 dal maestro del Barocco, Gian Lorenzo Bernini, su commissione di Papa Urbano VIII Barberini.
La fontana raffigura un Tritone, divinità marina della mitologia greca, nell’atto di soffiare in una grande conchiglia, dalla quale sgorga un getto d’acqua che si innalza verso il cielo. Il possente dio marino è inginocchiato su una conchiglia aperta, sorretta da quattro delfini le cui code si intrecciano in modo elegante.
Osservando bene la scultura, si possono notare alcuni dettagli simbolici legati alla famiglia Barberini. Sulle code dei delfini sono scolpiti gli stemmi papali e le celebri api, emblema della casata. Questo non è un caso: la fontana, oltre ad essere una meraviglia artistica, era anche un tributo al potere e alla grandezza dei Barberini.
Oltre alla sua spettacolarità, la Fontana del Tritone aveva una funzione molto pratica. Nel Seicento, le fontane monumentali non erano solo opere d’arte, ma veri e propri punti di approvvigionamento idrico per la popolazione. La fontana era alimentata dall’Acqua Felice, uno degli acquedotti di Roma, contribuendo così al rinnovamento urbano della città.
Fontana del Nettuno
All’interno dei giardini di Palazzo Barberini, tra viali alberati e sculture antiche, si trova la Fontana del Nettuno, un’opera d’arte che unisce la maestosità della mitologia alla bellezza del Barocco romano.
La Fontana del Nettuno è un esempio emblematico dell’arte barocca romana. Realizzata nel XVII secolo, rappresenta il dio del mare, Nettuno, circondato da creature marine. La figura centrale di Nettuno, scolpita con grande maestria, emerge possente dall’acqua, conferendo all’intera composizione un senso di movimento e vitalità.
Oltre al suo valore estetico, la fontana aveva anche una funzione pratica, fornendo acqua ai giardini e contribuendo al loro abbellimento. Il dio Nettuno simboleggia il dominio sulle acque, un tema caro alla famiglia Barberini, che commissionò l’opera per celebrare il proprio potere e prestigio.
Oggi, la Fontana del Nettuno è un angolo di pace all’interno dei giardini di Palazzo Barberini, dove i visitatori possono ammirare l’arte e la natura in perfetta armonia. La freschezza dell’acqua, il suono rilassante dello zampillo e l’ombra degli alberi circostanti rendono questo luogo ideale per una pausa durante la visita al palazzo.
La fontana è stata recentemente restaurata, riportando alla luce dettagli e colori originali che il tempo aveva offuscato. Oggi, risplende come nel XVII secolo, testimoniando la grandezza dell’arte barocca romana.
Fontana delle Api
Tra le opere meno conosciute di Gian Lorenzo Bernini, ma non per questo meno affascinanti, c’è la Fontana delle Api. Situata tra Piazza Barberini e l’inizio di Via Veneto, questa fontana è un vero tributo alla famiglia Barberini, il cui stemma araldico è rappresentato proprio dalle api.
Realizzata nel 1644 su commissione di Papa Urbano VIII Barberini, la fontana aveva una funzione pratica: fornire acqua ai cittadini e agli animali. Progettata come complemento della più imponente Fontana del Tritone, era destinata a un uso quotidiano, permettendo alle persone di rifornirsi e agli animali di abbeverarsi.
Come in molte delle sue opere, Bernini trasformò un elemento funzionale in un capolavoro di eleganza e armonia.
La Fontana delle Api ha la forma di una grande conchiglia aperta, dalla quale emergono tre api scolpite che lasciano sgorgare un delicato flusso d’acqua. Le api, simbolo della famiglia Barberini, rappresentano laboriosità, prosperità e potere.
Sulla fontana è incisa un’iscrizione in latino che recita:
“Urbanus VIII Pont. Max., avendo costruito una fontana per l’ornamento pubblico della città, ha anche realizzato questa piccola fontana per il servizio dei privati. Nell’anno 1644, XXI del suo pontificato.”
Questa dedica sottolinea non solo la magnificenza della famiglia Barberini, ma anche l’attenzione del papa per il decoro urbano e per le esigenze quotidiane della popolazione romana.
Nel 1880, la fontana fu smontata perché ritenuta d’intralcio al traffico e le sue parti furono conservate in un deposito. Quando, nel 1915, si decise di ricostruirla, molte delle sue componenti originali erano andate perdute.
La versione attuale della fontana, una copia in travertino, fu inaugurata nel 1916 nella posizione in cui si trova oggi. Nonostante le sue traversie, la Fontana delle Api resta uno dei piccoli gioielli del Barocco romano, un angolo discreto di bellezza che racconta la grandezza di un’epoca.
Se passeggi per Via Veneto, prenditi un momento per ammirarla: un piccolo ma prezioso frammento della Roma seicentesca, che continua a raccontare la storia della sua città.

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Statue e sculture
Nei viali dei giardini si trovano numerose statue classiche e barocche, alcune originali dell’epoca, altre aggiunte nei secoli successivi. Tra le più importanti:
Il Gladiatore Borghese
Nei giardini di Palazzo Barberini, tra le numerose opere d’arte che adornano il paesaggio, spicca una scultura di straordinaria bellezza e importanza storica: una copia de il Gladiatore Borghese. Questa statua, seppur essendo una riproduzione, rappresenta un esempio emblematico della scultura ellenistica e offre ai visitatori un’opportunità unica di ammirare l’abilità artistica degli antichi scultori.
Il Gladiatore Borghese è una scultura in marmo a grandezza naturale, realizzata intorno al 100 a.C. a Efeso. La statua è firmata da Agasias, figlio di Dositeo, un artista di cui si hanno poche informazioni, ma la cui opera testimonia una maestria eccezionale. La scultura fu rinvenuta nel 1611 a Nettuno, nei pressi delle rovine di una villa marittima attribuita all’imperatore Nerone. Successivamente, entrò a far parte della prestigiosa collezione Borghese a Roma. Nel 1807, la statua fu venduta a Napoleone Bonaparte e trasferita al Museo del Louvre di Parigi, dove è attualmente esposta.
La statua raffigura un guerriero in posizione dinamica, con il corpo proteso in avanti e il braccio destro sollevato, come se stesse per sferrare un colpo o difendersi da un attacco. L’anatomia dettagliata e la tensione muscolare esprimono un realismo impressionante, caratteristico dell’arte ellenistica. Nonostante il nome, la scultura non rappresenta un gladiatore, ma probabilmente un guerriero in combattimento contro un avversario a cavallo. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che possa trattarsi di Achille in lotta contro l’amazzone Pentesilea, sebbene non vi sia consenso unanime su questa interpretazione.
Nel XVIII secolo, il Gladiatore Borghese divenne una delle sculture antiche più ammirate e replicate. Artisti e scultori utilizzarono la statua come modello per studiare le proporzioni ideali del corpo umano. Furono realizzate numerose copie in bronzo e marmo, alcune delle quali adornano ancora oggi giardini e residenze storiche in tutta Europa. Ad esempio, una copia in bronzo fu commissionata per Carlo I d’Inghilterra e attualmente si trova al Castello di Windsor. Un’altra copia, realizzata da Hubert Le Sueur, fu collocata nei giardini di Wilton House e successivamente trasferita a Houghton Hall nel Norfolk.
La presenza di una copia del Gladiatore Borghese nei giardini di Palazzo Barberini arricchisce ulteriormente l’esperienza dei visitatori, offrendo l’opportunità di confrontarsi con una delle opere più emblematiche dell’arte antica. La statua si inserisce armoniosamente nel contesto del giardino, invitando alla contemplazione e alla riflessione sulla maestria degli scultori ellenistici e sull’influenza duratura delle loro opere nell’arte occidentale.
Ercole e Anteo
Nei giardini di Palazzo Barberini, tra le numerose opere d’arte che arricchiscono il paesaggio, spicca la scultura di Ercole e Anteo, attribuita a Antonio del Pollaiolo. Questa rappresentazione del mito classico è un esempio significativo dell’arte rinascimentale italiana.
Nella mitologia greca, Ercole (Eracle) affronta il gigante Anteo, figlio di Gea (la Terra), che traeva la sua forza invincibile dal contatto con il suolo materno. Per sconfiggerlo, Ercole lo solleva da terra, privandolo della sua forza, e lo strangola in un abbraccio mortale. Questo mito simboleggia la vittoria dell’ingegno sulla forza bruta e l’importanza della strategia nel superare ostacoli apparentemente insormontabili.
Antonio del Pollaiolo (1431-1498) fu un artista rinascimentale noto per la sua abilità nel rappresentare il movimento e l’anatomia umana. La sua scultura in bronzo di Ercole e Anteo, realizzata intorno al 1475, è conservata al Museo Nazionale del Bargello a Firenze. L’opera cattura il momento culminante della lotta, con Ercole che solleva Anteo da terra, evidenziando la tensione muscolare e la dinamica dell’azione.
Nei giardini di Palazzo Barberini, una copia di questa celebre scultura arricchisce il percorso espositivo all’aperto. La scelta di includere Ercole e Anteo nel contesto del giardino non è casuale: la rappresentazione della lotta tra i due personaggi mitologici si inserisce nella tradizione rinascimentale e barocca di celebrare le virtù eroiche e la forza morale attraverso l’arte.
La presenza della scultura di Ercole e Anteo nei giardini di Palazzo Barberini offre ai visitatori un’opportunità di riflessione sul trionfo dell’intelligenza e della strategia sulla forza bruta. Inoltre, l’opera rappresenta un collegamento tra la natura e la cultura, integrandosi armoniosamente nel paesaggio e invitando alla contemplazione sia estetica che intellettuale.
La scultura originale di Ercole e Anteo di Antonio del Pollaiolo è considerata una delle prime rappresentazioni rinascimentali a catturare con realismo l’anatomia umana in movimento, influenzando profondamente l’arte scultorea successiva.
La casina di sughero e la serra ottocentesca
Oltre alle sculture, i giardini ospitano edifici dal fascino unico. Uno dei più curiosi è la Casina di Sughero, costruita nel Settecento, caratterizzata da un design pittoresco e romantico, tipico dell’epoca.
Nel XIX secolo, venne aggiunta una serra in ferro e vetro, perfetta per coltivare piante tropicali e rare. Ancora oggi, questo edificio è una delle strutture più affascinanti dei giardini.

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Itinerario consigliato
I giardini di Palazzo Barberini offrono un percorso suggestivo tra arte, natura e storia. Per apprezzarli al meglio, è consigliabile seguire un itinerario che tocchi i punti più significativi, dalle fontane barocche alle sculture classiche, passando per angoli più intimi e nascosti.
L’ingresso ai giardini e la prima impressione
L’accesso ai giardini avviene dall’interno di Palazzo Barberini, situato in via delle Quattro Fontane. Dopo aver visitato le sale della Galleria Nazionale d’Arte Antica, si può uscire nel verde e immergersi subito in un’atmosfera completamente diversa. Il rumore del traffico scompare e lascia spazio alla quiete, con viali alberati, siepi curate e scorci scenografici che creano un contrasto affascinante con l’architettura circostante.
Il giardino inferiore
Proseguendo verso il giardino inferiore, si entra in una delle zone più caratteristiche del complesso. Qui il paesaggio è organizzato secondo lo stile del giardino all’italiana, con ampie distese erbose, aiuole geometriche e fontane monumentali.
La prima tappa è la Fontana del Tritone, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini. Questa imponente scultura si trova appena fuori dal palazzo e raffigura il dio marino che soffia in una grande conchiglia, facendo sgorgare un alto getto d’acqua. È uno degli esempi più spettacolari della scultura barocca e merita una sosta per ammirarne i dettagli.
Proseguendo lungo il percorso, si raggiunge la Fontana del Nettuno, anch’essa ispirata alla mitologia classica. Nettuno si erge al centro della vasca, circondato da creature marine scolpite con grande maestria. L’acqua che scorre intorno alla figura del dio crea un effetto scenografico suggestivo, che rende questa fontana una delle più affascinanti del giardino.
Poco più avanti si trova la Fontana delle Api, una delle opere più simboliche, realizzata sempre da Bernini. Le api, incise sulla pietra, rappresentano la famiglia Barberini e il loro potere. Anche se più piccola rispetto alle altre fontane, conserva un forte valore storico e decorativo.
Il giardino superiore
Dal giardino inferiore si può risalire verso il giardino superiore, dove il paesaggio diventa più vario e meno rigoroso nelle forme. Qui si trovano piante secolari, angoli ombreggiati e numerose sculture antiche, che creano un’atmosfera più intima e rilassante.
Uno dei punti più interessanti è la statua del Gladiatore Borghese, copia di un celebre originale ellenistico oggi conservato al Museo del Louvre. La scultura rappresenta un guerriero in piena azione, con un’incredibile attenzione ai dettagli anatomici.
Poco più avanti si trova il gruppo scultoreo di Ercole e Anteo, ispirato al mito greco in cui Ercole solleva Anteo da terra per privarlo della sua forza e sconfiggerlo. L’energia del movimento e la tensione dei corpi rendono questa opera particolarmente espressiva.
Un tempo, in questa zona si trovava anche l’Obelisco Barberini, un’antica stele egizia che decorava il giardino prima di essere trasferita nei Giardini del Pincio, dove si può ammirare ancora oggi.
Il giardino segreto
L’ultima tappa dell’itinerario è il giardino segreto, un’area più intima e appartata, progettata per offrire un’atmosfera raccolta e silenziosa. Qui il verde diventa più fitto e i sentieri meno definiti, creando un ambiente ideale per una pausa di relax lontano dal resto del percorso.
Quanto tempo dedicare alla visita
L’intero itinerario può essere completato in circa un’ora e mezza o due ore, ma per chi desidera soffermarsi e godersi la tranquillità dei giardini, è consigliabile dedicare più tempo. L’alternanza tra spazi aperti, fontane monumentali e angoli più raccolti rende la visita un’esperienza variegata, perfetta per chi ama passeggiare tra arte e natura.
Per visitare i giardini di Palazzo Barberini, è necessario acquistare un biglietto d’ingresso. Per tutte le informazioni su orari e tariffe, è possibile consultare la pagina dedicata: scopri i dettagli qui.
Conclusione
I giardini di Palazzo Barberini sono un luogo unico nel cuore di Roma, dove arte, natura e storia si intrecciano in un perfetto equilibrio. Passeggiare tra fontane barocche, sculture antiche e piante secolari significa immergersi in secoli di bellezza, in un ambiente che conserva ancora oggi tutto il fascino dell’epoca in cui è stato creato.
Questa visita è un’occasione per scoprire un lato meno conosciuto di Palazzo Barberini, oltre alla celebre Galleria Nazionale d’Arte Antica. I giardini offrono un’esperienza rilassante e culturale allo stesso tempo, perfetta per chi desidera una pausa dal caos della città, senza allontanarsi dal centro.
Per organizzare la visita, è utile tenere a mente alcune informazioni pratiche:
- Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 19:00 (ultimo ingresso alle 18:00).
- Biglietti: l’accesso ai giardini è incluso nel biglietto di Palazzo Barberini e della Galleria Nazionale d’Arte Antica. Ricordati che ogni prima domenica del mese l’ingresso è gratuito. Puoi trovare maggiori dettagli alla pagina biglietti qui.
- Come arrivare: il palazzo si trova in via delle Quattro Fontane, 13, facilmente raggiungibile con la metro A, fermata Barberini, con diverse linee di autobus, oppure a piedi da Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. Se hai altri dubbi, abbiamo scritto un articolo dedicato all’argomento qui.
Infine ricordati che l’arte è di tutti: rispetta le piante e le opere d’arte, evitando di camminare sulle aiuole o di toccare le sculture. In questo modo riuscirai a garantire la durata nel tempo del patrimonio artistico e naturale del giardino.